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Guardia Costiera: CP 233 la triste storia di una m/v che salvò tante vite umane!

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CP 233 in vendita a Castellammare di Stabia

“Super Speranza” ex CP 233 in vendita a Castellammare di Stabia (Napoli)

DATI DI TARGA Super Speranza ex CP 233:

  • Anno di costruzione: 1968
  • Cantiere costruttore: Rodriquez (Messina)
  • Modello: Super Speranza
  • Lungh. f.t.: 13,40 m
  • Largh. max.: 4,85 m
  • Diedro allo specchio di poppa: 25°
  • Motori: CRM 9/DA – 2 x 385 CV
Super Speranza ex CP 233 Super Speranza ex CP 233 Super Speranza ex CP 233
ex CP 233 Super Speranza ex CP 233 Super Speranza ex CP 233 Super Speranza

Durante le mie visite ai cantieri che si trovano intorno a quel di Napoli, recentemente ho ritrovato la m/v ex CP 233, che fu della nostra Guardia Costiera. Sapevo benissimo che si trattava della “Gloriosa” Super Speranza che con il suo coraggioso equipaggio, il 9 aprile del 1970 salvarono davanti alla diga foranea del Porto di Genova ben 28 uomini dell’equipaggio del mercantile Inglese London Valour, grazie alla preparazione del suo Comandate Telmon, oggi Ammiraglio in pensione ed il suo equipaggio. Purtroppo, per altri venti marinai tra cui il Comandante del mercantile  e sua moglie, il marconista e la rispettiva moglie, la sorte fu avversa e persero inesorabilmente la loro vita in quella tragica sciagura…

Altomareblu ha dedicato diversi articoli a tale tragico evento che potete vedere ai seguenti link:

Oggi la ex m/v CP 233 che giace abbandonata alle intemperie da ben sei anni è attualmente in vendita.

UN GRIDO DI AIUTO

Di seguito pubblichiamo le foto del suo stato attuale e mi vengono alla mente molte considerazioni del tipo: come mai i vertici delle Capitanerie di Porto non hanno pensato ad acquisire nel loro patrimonio storico una tale unità che è ancora nel cuore di quell’equipaggio di marinai che con il loro “Comandante” parteciparono alle fasi concitate di quel salvataggio rimasto impresso nelle loro menti? E non solo, perchè non dobbiamo dimenticare il forte shock che questo tragico evento colpì i cittadini genovesi che furono spettatori impotenti di quella tremenda sciagura, lasciando un segno indelebile nella loro memoria…

Barca classica ex CP 233 Super Speranza Barca classica ex CP 233 Super Speranza Barca classica ex CP 233 Super Speranza Barca classica ex CP 233 Super Speranza
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Non voglio polemizzare con nessuno, tuttavia mi duole notare che i veri marinai legati a quelle tradizioni, pur non essendo scritte da nessuna parte, le portano indelebili nei loro cuori e nelle loro menti!

Vi dirò di più: ho avuto la fortuna nella mia vita di conoscere uno dei membri dell’equipaggio che era a bordo della CP 233 al momento del tragico naufragio di cui detto, oggi  Tenente di Vascello Tito Mancini in pensione. La nostra amicizia è stata ed è fortissima perchè da semplici marinai ci siamo sempre capiti al volo. Qualche giorno fa l’ho chiamato per riferirgli di questa triste storia dicendogli testualmente:

Caro Tito ti sto per dare una triste notizia, si tratta della “Tua” ex CP 233 Super Speranza…

ebbene, con la rassegnazione di quei vecchi marinai che ormai solo in pochi ormai conosciamo, mi ha detto:

Giacomo lascia perdere… non ho più nulla da aggiungere… mi hai capito!!

Le poche parole del Comandante Tito Mancini, da vecchio e saggio marinaio di una volta, che ormai non esistono quasi più, mi hanno raggelato il sangue ed avendo capito al volo il suo pensiero, gli ho risposto: Tito hai ragione ed ho capito… Tuttavia, nel mio piccolo vorrei tentare di far qualche cosa… ed ho quindi pensato di scrivere questo articolo – annuncio – grido di aiuto, nel tentativo di trovare una giusta collocazione a questa “Super Speranza” che ha un immenso valore “tecnico e storico” e che diveramente sarebbe condannata ad una triste fine…

Progettata dall’ing. Renato “Sonny” Levi aveva tutte le prerogatice tecniche di progettazione e realizzazione per affrontare mare 10 non dico con disinvoltura, ma con la certezza di riportare sempre in porto il suo equipaggio e le persone soccorse. Per questi motivi le motovedette “Super Speranza” furono definite “motovedette roccia!”

Vorrei concludere aggiungendo una nota molto bella e triste tratta dal Meraviglioso libro scritto dall’amico Decio Lucano ed intitolato: Quando le navi parlano, cantano, s’incazzano, quando cambiano sesso e quando muoiono – Vincitore del Premio Carlo Marincovich – edizione 2009 – “Sezione articolo cultura del mare” di cui potete leggere al seguente link:

Un libro che i veri marinai dovrebbero leggere…

Nella presentazione della vittoria di questo libro al premio Carlo Marincovich 2009, l’autore Decio Lucano fa riferimento ad una canzone segnalata da un suo amico Claudio Bavassano:

So Far From The Clyde

“So far from the Clyde” è cantata da Mark Knopfler (Album Get Lucky), settembre 2009. E’ una melopèa cantata dall’artista con sofferta partecipazione, accompagnato dalla sua band, in cui lui stesso suona la chitarra, lasciando trasparire la rabbia, l’impotenza e la malinconia per “l’accompagnamento” musicale ad una bulker, (Knopfler usa ancòra il she), in una spiaggia del Bangladesh. Ho tradotto il testo inglese, ma voi potete vederlo e ascoltarlo su:

(Traduzione testo della canzone)

“Avevamo cenato per l’ultima volta prima dello spiaggiamento,
the day of the beaching,
un pugno di uomini a bordo,
era una nave condannata a morte,
She’s a dead ship sailing

La cucina era vuota e sui fornelli lo stufato era freddo.
E’ arrivata la sua ora quando lei aveva imbarcato il suo boia,
il comandante lo aveva pagato e si era fatto da parte,
con il vento e la corrente la nave a tutta forza
orgogliosamente avanzava verso la spiaggia
e la ciminiera soffiava impetuosa.

Lontano dal Clyde
avevamo viaggiato insieme
e viaggiamo ancora.

Quando la prua ha toccato la terra
L’onda di riflusso l’ha sollevata
E lei coraggiosamente si è alzata
Per finire inerte sulla spiaggia.

Sotto i loro piedi il capitano e i pochi marinai
Sentivano il brivido della sua chiglia in agonia
Più tardi il capitano saluta il boia
E scende lentamente
Sulla sabbia bagnata e sporca d’olio
Cammina chino verso l’auto che lo
Porterà in città attraversando
Il mattatoio delle navi.

Lontano dal Clyde
Avevamo viaggiato insieme
E viaggiamo ancora.

Gli uomini della spiaggia strappano i suoi cavi
E fanno a pezzi le sue boccaporte
Nulla è sprecato
Per pietà o rispetto
Gli uomini s’accaniscono sulla sua carcassa
Con cannelli a fiamma e accette
Lei assomiglia a una balena
Su una riva insanguinata
Spogliata
Lei sta ancora puntellata
Sulle sue ossa
Nell’umida avvelenata spiaggia
E gli uomini trascinano quel che resta di lei,
Verricelli, macchinari, lamiere
Finché rimane solo una grande macchia sulla sabbia
Lontano dal Clyde
Avevamo viaggiato insieme
E viaggiamo ancora
Lontano dal Clyde
Avevamo viaggiato insieme
E viaggiamo ancora.

Spero ardentemente che la ex CP 233 possa trovare un nuovo armatore ed insieme ad AltoMareBlu siamo a disposizione per riuscire in tale intento…

Propongo anche l’idea di costituire un numero di sostenitori da tutta l’Italia per recuperarla e anche se non prenderà più il mare, che almeno possa essere esposta al “Museo della Scienza e della Tecnica di Napoli” o in qualsiasi altro luogo la si possa recuperare e conservare.

Attendo con ansia le Vostre opinioni in merito, mentre adesso cercherò di riuscire in questa mia “pazza idea” per salvarla… Aggiungo inoltre che si potrebbe renderla di nuovo navigante, con un intervento di restauro per riportarla in mare ed utilizzarla per fini terapeutici ai soggetti autistici, che è risaputo, hanno per l’acqua ed il mare una sensibilità che li aiuta tantissimo a riequilibrare le sinapsi che gestiscono i loro sensi tra il mondo esterno ed i loro cervello.

Tutto quanto detto in poche righe sono la sintesi della vita di uno dei miei figli che affetto da questa tremenda malattia, soffre da ventisei anni e tra le tante strade intraprese con terapie specifiche, finalizzate a migliorare la qualità della sua vita, questa è una delle migliori: cioè contatto diretto con l’acqua, il mare e la navigazione che insieme “normalizzano” i suoi sensi mediante l’apporto di terapisti ben preparati allo scopo. Preciso che per i “bambini autistici” più piccoli, iniziare queste terapie e continuarle con assoluta costanza, portano a risultati eccellenti.

Va detto che in diversi centri di riabilitazione, che spesso fanno il massimo con le tradizionali terapie riabilitative, nel tempo diventano inefficaci, perché nei soggetti autistici, contrariamente a quanto i vecchi neurologi non aggiornati affermano, non devono essere ne trattati con medicine tossiche che agiscono a livello cerebrale apportando danni in un altro modo. Invece, vanno stimolati con queste terapie in cui i soggetti che ne hanno le capacità, fondamentale questa condizione, devono essere incaricati di svolgere determinate funzioni a bordo ed essendo loro senza compromessi e oserei dire quasi matematici, la disciplina di bordo, il farli sentire determinati per il buon andamento della barca, li rende felici.

Oltretutto, le sensazioni che comporta la navigazione per loro sono un evento speciale.. Tutto quello che affermo è espresso con la massima “onestà intellettuale” e sono solo i risultati di osservazioni, sacrifici ed auto terapie inventate ad hoc per mio figlio e che danno risultati che nessun semplice terapista o neurologo potrebbe mai immaginare di raggiungere…

Ho messo sul piatto della bilancia queste due proposte per salvare la ex “CP 233” e aspetto valide proposte e semplici opinioni, pur di riuscire nello scopo. La storia, motivo di apprendimento per i saggi, non deve mai essere dimenticata o stracciata…

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